Il Riso e il Ferro

La pratica in palestra non ha solo lo scopo di mantenersi in salute o fare nuove amicizie, ma in questo caso ha l’opportunità di approfondire chi siamo, cosa stiamo facendo e soprattutto come lo facciamo. Questo, porta ad analizzare ogni contesto della nostra vita. Qui sotto una breve storiella su cosa si potrebbe assaporare con la pratica delle arti marziali nella nostra palestra. Per qualcuno nulla di nuovo, per altri una concreta ricompensa degli sforzi fatti. Benessere, cura di se e salute, sono le basi di una buona pratica e se poi impari anche a difenderti dalle innumerovoli insidie della quotidianità, c’è tutto da guadagnare. Prova a chiamarci, chiedi informazioni anche ai nostri praticanti e molto probabilmente capirai il contesto della benevole pratica delle arti marziali. A presto.

“Lao Shi, il maestro, aveva un viso segnato dal tempo, un volto che raccontava di mille albe e tramonti passati a perfezionare il suo kung-fu. I suoi occhi, profondi come pozzi d’inchiostro, sembravano penetrare nell’anima di chi gli stava di fronte. Accanto a lui, c’era Xiao Li, un giovane allievo dai capelli neri corvini e gli occhi brillanti di passione.

Un pomeriggio, mentre si allenavano sotto il cielo terso, Lao Shi si fermò e prese un chicco di riso dalla sua tasca e lo mostrò a Xiao Li.

“Osserva questo chicco di riso,” iniziò il maestro, “è piccolo, fragile, ma contiene in sé la forza per diventare una pianta rigogliosa. È il simbolo del morbido, dello Yin. Ma non sottovalutare questa sua apparente debolezza. Con pazienza e cura, può diventare una fonte di nutrimento per molti.”

Poi, estrasse una piccola sfera di ferro dalla cintura. “Questo invece è lo Yang, il duro, la forza bruta. È impenetrabile, resistente. Ma se lo colpisci con un martello, si romperà in mille pezzi.”

Xiao Li annuì, cercando di comprendere il senso di quelle parole.

“Nel kung-fu,” proseguì Lao Shi, “come nella vita, il duro e il morbido devono coesistere in armonia. Il ferro senza il riso è sterile, il riso senza il ferro è indifeso. Devi imparare a padroneggiare entrambe le energie. Devi essere forte come il ferro, ma morbido come il riso.”

Il giovane allievo rimase pensieroso. “Maestro, come posso fare a conciliare queste due forze apparentemente opposte?”

Lao Shi sorrise. “Osserva la natura. Un albero, per quanto robusto, piega i rami al vento per non spezzarsi. L’acqua, apparentemente debole, erode la roccia più dura con la sua persistenza. Nel kung-fu, devi essere come l’acqua che si adatta alla forma del contenitore, ma anche come la roccia che resiste alla corrente.”

In quel momento, Lao Shi invitò Xiao Li a eseguire una forma. Il giovane si concentrò, sentendo l’energia scorrere dentro di sé. I suoi movimenti erano precisi, potenti, ma allo stesso tempo fluidi e armoniosi. Era come un albero che si piegava al vento, ma restava saldamente ancorato alla terra.

Alla fine dell’esercizio, Lao Shi posò una mano sulla spalla di Xiao Li. “Hai fatto bene, giovane guerriero. Ricorda, il kung-fu non è solo una serie di movimenti, ma un percorso di crescita personale. Devi coltivare la tua forza interiore, la tua pazienza, la tua umiltà. E non dimenticare mai che il cibo nutre non solo il corpo, ma anche lo spirito.” Da quel giorno, Xiao Li continuò ad allenarsi con rinnovato entusiasmo. Capì che il kung-fu era come un banchetto ricco di sapori: c’era la forza del ferro, la dolcezza del riso, l’amaro dell’allenamento, e la soddisfazione della vittoria. E come un buon cuoco, doveva imparare a dosare tutti questi ingredienti per creare un piatto perfetto.”

A presto.